Filatura

Macchine tessili per la filatura

La filatura è la complessa sequenza di lavorazione delle fibre tessili necessaria a trasformarle in filato oppure filo.

Lo scopo ultimo della filatura è quello di ottenere un filato che sia quanto più possibile uniforme a livello di caratteristiche quali la resistenza, il titolo, il colore, la pulizia e l’elasticità.

La filatura consente quindi alla fibra grezza di trasformarsi in un filato o filato speciale.

Se la fibra di origine è lana o cotone si presenterà in fiocco, se è seta o sintetico la fibra potrebbe presentarsi in fiocco oppure in filamento. In questo ultimo caso la loro lavorazione non sarà detta filatura ma torcitura.

La filatura tradizionale

 La filatura tradizionale richiede delle fasi di lavorazione dei materiali grezzi fondamentali per preparare le fibre alla filatura.

La prima fase di preparazione è necessaria ad aprire, miscelare e pulire il materiale grezzo.

Si procede poi alla cardatura che districa le fibre e le orienta nella stessa direzione con la parallelizzazione.

La successiva pettinatura, per produrre filati pettinati, aumenta l’omogeneità e la parallelizzazione delle fibre, scartando le più corte.

È la volta della stiratura che mescola e regolarizza le fibre fino a fargli raggiungere con la successiva filatura, il titolo desiderato, cioè la finezza.

Si giunge infine alla filatura che con una processo di torsione delle fibre trasforma l’ammasso cardato in un filato più o meno sottile e lungo.

A queste fasi possono seguire alcune finiture strutturali o estetiche come:

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La filatura nella storia

Le mani per secoli sono state lo strumento con cui le fibre grezze venivano torte per essere filate. Già durante l’era Neolitica veniva eseguita la filatura con l’aiuto di un fuso per filatura. Come i fusi a mano tutt’oggi esistenti era formato da uno stecco infilato in un tondino. La filatura a mano era ed è un lavoro lungo e poco produttivo, svolto da moltissime donne e bambini.

Nel Medioevo, vista l’esigenza di velocizzare la produzione, si ideò e costruì il filatoio a pedale, detto anche arcolaio e filerina. Si trattava di macchinari in legno che il filatore o la filatrice azionavano premendo un pedale e imprimendo una rotazione più veloce al fuso. Il primo filatoio a pedale appare nel 1280.

Nella metà del XVIII secolo con la rivoluzione industriale si avviò la meccanizzazione dell’industria e anche della filatura. Nel 1733 il meccanico inglese John Kay inventò la spoletta o navetta volante, in Inglese flying shuttle, che aumentò la produttività dei telai a pedale in modo considerevole.

Fu chiaro già all’epoca l’esigenza di migliorare e ottimizzare il processo di filatura.
Da lì in poi la meccanica migliorò costantemente:

  • nel 1764 fu inventato il primo filatoio meccanico a lavoro intermittente (Spinning JennyGiannetta) da James Hargreaves che lo brevettò nel 1770;
  • nel 1769 Richard Arkwright pensò di poterlo azionare con una ruota idraulica e realizzò la Water frame;
  • nel 1779, Samuel Crompton, ebbe l’idea di combinare il progetto idraulico di Arkwright con la Jennydi Hargreaves, e brevettò la Mule Jenny;
  • nel 1785 vi verrà applicato da Edmund Cartwright un motore a vapore.

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