La filatura della lana

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Uno dei passaggi principali della lavorazione della lana è la filatura. Grazie a tale processo la fibra di lana, precedentemente cardata, pettinata e stirata, viene dapprima “raccolta” in stoppino, il “falso filato”, quindi ulteriormente lavorata fino a formare il filato vero e proprio, quello che sarà utilizzato per la tessitura.

Spiegando la filatura dal punto di vista tecnico può essere definita come un insieme di decine di fibre orientate allo stesso modo, di lunghezza e consistenza simili, le quali subiscono una torsione che le tiene legate strettamente tra loro.

La qualità di un filato, la sua struttura, dipende da numerosi fattori, che possono essere dovuti sia dalla natura delle fibre, le sue caratteristiche fisiche, sia da come avviene il processo di torsione delle stesse.

L’articolo è un dettagliato approfondimento legato alla filatura della lana: scopriremo cosa sono la torsione e la filatura, in cosa consistono le principali tipologie di filato, quali sono le operazioni complementari della filatura e come viene completato il ciclo di lavorazione della lana mediante la tessitura.

Preparazione della lana alla filatura

È importante sapere che la lana grezza non può essere immediatamente filata dopo la raccolta, la tosatura del manto della pecora. Questa, infatti, deve essere preparata con una serie di operazioni di pulitura e di mescolatura della fibra.

Quando la lana grezza viene raccolta si procede con il lavaggio, effettuato con acqua calda e detergenti specifici, al fine di eliminare buona parte dei detriti e dei corpi estranei in essa contenuti. Al termine di tale passaggio si procede con l’asciugatura. In questa fase la lana viene “essiccata” all’interno di appositi macchinari ad una temperatura costante di 95° C, in modo tale da rimuovere e seccare eventuali fibre vegetali ancora presenti in essa.

La lana pulita e asciugata viene poi sottoposta ad un passaggio di mescolatura delle fibre, ovvero la cardatura, la pettinatura e lo stiraggio della stessa. Tale passaggio permette di separare le varie fibre tessili in base alla loro qualità e natura, se sono fibre lunghe o corte o se sono destinate alla produzione di fascia alta o bassa.

Un tempo tale operazione era svolta interamente a mano dalle massaie, oggi però tutto è stato automatizzato e meccanizzato.

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Per pettinare e stirare la lana già sottoposta a pulitura viene utilizzata una particolare coppia di cilindri che ruotano a velocità differenti.

Tale operazione viene compiuta più volte, in modo tale da ottenere una consistenza e una struttura del filato più regolare possibile.

La prima pettinatura e la stiratura vengono effettuate sempre su materia grezza, mentre la ripettinatura su materia già sottoposta a tintura. Tuttavia, tale operazione non è sempre eseguita, ma soltanto in caso di filati fini e regolari, di alta qualità.

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Come avviene la filatura della lana

A seguito del passaggio di pettinatura la lana è pronta per l’affinamento del nastro e per la filatura. Prima di produrre il filato vero e proprio il nastro di fibre subisce un affinamento per creare lo stoppino. Dopo tale processo la lana viene ulteriormente sottoposta a torsione, ottenendo così un filato, diverso a seconda delle necessità, per resistenza, titolo ed elasticità.

Per effettuare un processo di torsione le fibre della lana vengono selezionate, pettinate e disposte parallelamente. Infine, vengono fatte ruotare intorno al loro asse, assumendo così una disposizione a elica.

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Tipologia di filato

La filatura della lana può avvenire in modo differente a seconda della tipologia di prodotto che si vuole realizzare. Segue un breve elenco che racchiude e sintetizza i tre principali tipi di filatura.

  • FILATURA PETTINATA: i filati pettinati sono caratterizzati dalla scelta di fibre più lunghe e resistenti. I tessuti creati con tale tipologia di filato si presentano con una trama uniforme e con poca pelosità. Il filato pettinato viene impiegato per la produzione di maglie, sciarpe, cappelli e in generale per l’industria dell’abbigliamento.
  • FILATURA SEMIPETTINATA: è una via di mezzo tra il filato pettinato e quello cardato. È caratterizzato da una struttura più piena, fitta e coprente rispetto al filato pettinato ma, allo stesso tempo, più ruvido e corposo rispetto al filato cardato. Il filato semipettinato è molto utilizzato per la produzione di tappeti.
  • FILATURA CARDATA: per creare un filato cardato si parte dalla fibra di lana vergine e dagli scarti di lavorazione del filato pettinato. La caratteristica principale di questa tipologia di filatura è la sua morbidezza e il volume importante della materia. Di contro però ha una bassa resistenza rispetto al filato pettinato e semipettinato. Tali aspetti sono definiti dalla mancata parallelizzazione delle fibre e dalla presenza in contemporanea di fili di lunghezze differenti, che portano le estremità delle stesse a sporgere dal filato, creando voluminosità. Viene impiegato per la maglieria, ad esempio in flanella o loden, ma anche per la realizzazione di tessili ad uso domestico.

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Operazioni complementari alla filatura

Insieme alla filatura vengono compiute una serie di altre azioni parallele, ad esempio per avvolgere il filo intorno alla rocca, oppure per controllare eventuali difetti di lavorazione post filatura. Vediamo nell’elenco che segue tutte le operazioni complementari della filatura.

  • ROCCATURA: come si evince dal termine la roccatura è quell’azione che permette di trasferire e raccogliere il filato ottenuto su un particolare supporto, chiamato rocca, un tubicino rigido. Tale operazione, oltre a radunare il filato in modo ordinato, serve per togliere alcuni difetti visibili dal filo di lana e per applicare degli specifici prodotti lubrificanti, necessari per ridurre l’attrito.
  • ASPATURA: è l’azione di avvolgimento del filato sulla rocca, allo scopo di formare la matassa.
  • STRIBBIATURA: tale operazione serve per regolarizzare il diametro del filo di lana e per unire attraverso piccoli nodi le estremità di due fili. Il termine “stribbiatura” deriva dalla strumentazione meccanica impiegata per tale azione, ovvero le stribbie.
  • ACCOPPIATURA o BINATURA: è una procedura che consente di unire due fili con estremità diverse su un’unica rocca, per poter effettuare la ritorcitura.
  • RITORCITURA: con la ritorcitura è possibile unire due filati assieme, compiendo un’ulteriore torsione dei fili precedentemente filati. Con tale operazione possiamo ottenere filati più robusti e resistenti, con poca ruvidità e più regolarità della struttura del filo.

La tessitura della lana

Al termine della filatura si può procedere con la tessitura del filato. Per ottenere un tessuto di lana è necessario unire due o più filati insieme, creando in tal modo l’ordito e la trama.

I fili per diventare tessuto devono essere incrociati tra loro perpendicolarmente attraverso l’utilizzo di un telaio. I fili di ordito vengono disposti longitudinalmente, mentre i fili di trama vengono intrecciati sui fili di ordito perpendicolarmente.

Vediamo nel dettaglio come creare tutti gli elementi necessari per la fase di tessitura.

  • L’ORDITO: per la fase di orditura è necessario unire assieme più fili di lana su un telaio, detto in tal caso subbio. I fili di ordito vengono disposti verticalmente al telaio e conferiscono alla trama la base per procedere con l’operazione di tessitura vera e propria. Per tale ragione il filato di ordito deve essere caratterizzato da resistenza e robustezza.
  • LA TRAMA: la tramatura viene svolta dopo aver posizionato i fili di ordito, in modo tale che possa intrecciarsi con quest’ultimi perpendicolarmente. Il filato di trama, per essere intrecciato, necessita di un particolare strumento, la navetta, che consente di depositare il filato in modo ottimale.
  • L’IMBOZZIMATURA: si tratta della fase di completamento della tessitura e consiste nell’applicazione di specifici prodotti sul filato, chiamati bozzime. Tali prodotti hanno lo scopo di rendere il filato e il tessuto più robusto e resistente all’usura causata dall’utilizzo di macchinari a rapida velocità e ad alta potenza. Oggi, rispetto al passato, si dà particolare peso alla scelta della bozzima, in modo tale che i prodotti di cui è composta non siano tossici e dannosi per la salute. Inoltre, l’attenzione verte anche sulla possibilità di riciclaggio della stessa.

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